Verso un nuovo Ulivo

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Nel mio ultimo numero di “5 Notizie con Alessandro Ritella”, che vi invito caldamente a leggere sul sito piemonte.articolo1mdp.it, avevo commentato l’uscita dal Partito Democratico di Matteo Renzi e di alcuni parlamentari che hanno dato vita al soggetto politico di Italia Viva.
Devo devo dire che concordo in pieno con chi ha giudicato questo passo di Renzi come un colpo di testa e ha messo in luce la forma assolutamente personale personalistica di quella nuova forza. Tuttavia la sinistra riformista ora deve avere una ambizione, dopo che Renzi e una parte del suo gruppo ha liberato quel partito, l’unico esistente oggi in Italia portatore più di ogni altro delle istanze della sinistra riformista di stampo progressista.
Intendo dire che ora è il momento di aprire gli occhi verso l’orizzonte. Non come i romantici di un tempo. Ma guardando quell’orizzonte con un rinnovato e preparato gruppo, una prospettiva e la fierezza delle proprie idee.
Mi riallaccio per riprendere il filo a quello che avevo scritto nell’ultimo numero di “5 Notizie con Alessandro Ritella”. Nel primo articolo “L’alba di un nuovo giorno” scrivevo che il progetto di tenere all’interno delle stesse mura anime troppo diverse non è riuscito. Sono prevalsi all’idea di un’Italia unita dalla bandiera dell’antifascismo e della riunione delle anime che avevano dato vita all’Italia repubblicana i personalismi e gli imbrogli per arrivare a occupare il potere a livello nazionale come a livello locale. Diversi in questo senso hanno anche provato a proporre idee per una ricostruzione di un soggetto riconoscibile e realmente credibile all’interno dell’area di centro-sinistra. Per esempio io sono convinto che una soluzione può essere la messa in campo di qualcosa di plurale, ampio, largo e progressista che esca dall’idea di riunione in un partito.
Con una battuta forse la mozione Angius, una delle minoritarie dell’ultimo congresso dei DS, non era del tutto infondata. Fondamentalmente che cosa si dovrebbe muovere all’interno del centro-sinistra? Non è dalla mia modesta opinione passata di moda l’idea di una federazione che riunisca più soggetti, ma anzi può essere ancora spendibile.
Una federazione permetterebbe alle realtà politiche di mantenere evidentemente la propria identità e la propria struttura culturale e però al contempo possono fornire elementi di connessione fra i soggetti che compongono la federazione stessa. Il concetto di federazione, che, a come hanno dimostrato i fatti, era esistente nel vecchio Ulivo, è la soluzione a mio giudizio più adeguata per non disperdere le forze in campo e dunque regalare a forze troppo radicali se non addirittura estremiste energie positive impiegabili nel progetto politico e il consenso della base. Quest’ultimo oggetto da non disperdere è fondamentale ma non tanto perché sono i primi interlocutori per costituire dei comitati elettorali per il candidato X o il candidato Y, ma perché siano autori a 4, 6, 8, 10 mani del progetto politico che si ha in testa. Autori ed anche utenti del progetto. La domanda però che può sorgere è: Ma quali sono le forze che oggi devono costituire la federazione? Non sto qui a fare dei nomi o prospettare delle previsioni magari anche del tutto infondate sulla costituzione di soggetti politici anche lontani dalla realtà, però posso identificare le aree dei soggetti politici che sicuramente devono tornare ad essere quella progressista, socialista democratica e cristiano-sociale. Si deve essere capaci di dialogare con forze meno moderate e anche più radicali, non avere paura una volta affermato la propria identità di potersi confrontare per un progetto come questo con le presenze più radicali che esistono in campo. In questo progetto di federazione le realtà politiche che ci scommettono su non devono escludere, ma anzi spalancare le porte a una interlocuzione decisa e costante con associazioni e movimenti che nascono dai cittadini stessi; prendo per esempio quelli giovanili e studenteschi che hanno un bel fermento e la motivazione giusta però non riescono a trovare uno sbocco politico possibile e nell’esercizio del loro voto con tutta probabilità preferiscono non esporsi. Le strutture che devono dare vita a questa federazione, anche da questi elementi che ne risultano, faticheranno ad essere le stesse che composero coalizioni forti come l’Ulivo, ma sulla base del lavoro di coinvolgimento, di una proposta politica valida e pure di sensibilità e di opinione si può pensare a una federazione composta da forze che potrebbero ricordare le strutture Uliviste ma rivisitate in chiave attuale.
Dunque in questo momento oggetto della ricerca della sinistra riformista e popolare non deve più essere la polemica continua contro le provocazioni e gli insulti dei due Mattei d’Italia, ma il modo di andare oltre il proprio personalismo e tutti insieme provare ad aprire una discussione con un confronto aperto e assemblare una risposta progressista, plurale, ampia che come obiettivo si ponga quello di dare rappresentanza a tutto uno Stato Sociale, che in questi ultimi anni non ha più sentito risposte anzi si è fatto sbeffeggiare da troppi fighetti.
Se si realizza questo tentativo si può arginare questa destra regressiva e tornare almeno a una competizione di pari rispetto. Magari anche con un rapporto politico con i 5 Stelle.

Alessandro Ritella

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