ODG Coord. Regionale approvato – Costruiamo una grande partecipazione sociale per la nuova Italia del dopo virus. 

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Il Coordinamento regionale piemontese chiede la convocazione della Direzione Nazionale di Articolo Uno.  

Il Coordinamento regionale riunitosi con le Segreterie provinciali del Piemonte il giorno 2 maggio alle ore 16 in videoconferenza ha discusso e approvato il seguente ordine del giorno:

Premesso che:

  • diamo un giudizio positivo sull’operato del Governo Conte e del Ministro alla Salute Speranza per quanto riguarda la difficile gestione della pandemia da COVID 19 e respingiamo le  critiche che, fatte con il senno del poi, hanno carattere strumentale specie se formulate da personaggi e forze politiche motivate esclusivamente da ragioni di potere;
  • la battaglia data a livello di istituzioni europee è stata ed è un presupposto per poter affrontare la crisi sanitaria, economica e sociale con una dotazione finanziaria sufficiente. Occorre però avere consapevolezza che, nonostante il buon risultato ottenuto, il sostegno europeo, allo stato attuale, sarà erogato in buona parte a debito e pertanto peggiorerà le condizioni già fragili della finanza pubblica italiana;
  • esprimiamo preoccupazione per le dimensioni della crisi sociale prodotta dalla convivenza con il virus e dal conseguente cambio di abitudini e comportamenti;

In questo senso la pandemia rappresenta un potente acceleratore di difficoltà e fragilità già ampiamente presenti da almeno 10 anni (crisi finanziaria 2008).

Il rischio di chiusura di centinaia di migliaia di piccole e medie imprese nei settori del commercio, del turismo, della ristorazione comporterà la perdita di migliaia di posti di lavoro ed impoverimento diffuso. 

La frustrazione della speranza maturata in questi mesi che “tutto finirà bene” e che lo Stato penserà a togliere le tasse e a distribuire reddito a chi non ce l’ha e anche a chi ha ridotto quello di cui disponeva precedentemente, potrebbe saldarsi a pretese egoiste e individualiste, a sentimenti di rancore sociale, a campagne eversive o semplicemente qualunquiste già largamente presenti sui social. 

Il rischio imminente è che si affermi l’egemonia della destra sociale che sotto le bandiere dell’egoismo nazionale possa incanalare queste energie negative.

Prima di discutere di fase 2 o 3 occorre preliminarmente assumere consapevolezza che non si tratta solo di avere “buone idee” di governo o di riforma per la ricostruzione o la ripartenza economica del Paese. E’ indispensabile raccogliere attorno ad alcune “buone idee” di cambiamento del modo di vivere e di concepire lo sviluppo, le forze sociali, le energie capaci di interpretare e guidare il cambiamento.

Riteniamo urgente e indifferibile una discussione nazionale su questo tema, con la quale influire concretamente e per tempo nelle decisioni del governo di allocazione delle risorse pubbliche.

Riteniamo che la priorità debba essere data alla ricostruzione di un blocco sociale di riferimento a partire:

dai giovani dai 18 ai 30 anni a cui rivolgere l’appello della responsabilità di impegno nelle università (la cui frequenza va resa gratuita), nel volontariato, nell’associazionismo sociale e culturale, anche attraverso l’istituzione di un grande servizio civile universale da mettere a disposizione del terzo settore per l’intero periodo di ricostruzione; 

dalle forze produttive, lavoratori e imprese, da incentivare nell’innovazione di prodotto e di processo, e nell’incremento di produttività; 

dai soggetti interessati dalla riforma dei grandi servizi pubblici universali (sanità, scuola, previdenza); dalle migliaia di “inventori” capaci di proporre innovazioni produttive e nuovi prodotti sostenibili con il mondo che verrà; 

dall’opinione diffusa che occorra un ripensamento profondo e urgente del modello di sviluppo per renderlo sostenibile e compatibile con l’emergenza ambientale e climatica.

Priorità dunque ai soggetti da “chiamare” in un unico grande sforzo unitario allo scopo di fornire risposte adeguate al disagio sociale e impedire il rafforzamento dell’egemonia della destra sociale.

Su queste basi è urgente riprendere l’iniziativa politica e di confronto con il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e con tutte le forze politiche del campo del Centro Sinistra, con l’associazionismo cattolico, con gli Enti del terzo settore e la cooperazione sociale, con le Organizzazioni Sindacali e d’impresa, con le espressioni dell’associazionismo diffuso e informale soprattutto giovanile e delle donne, con l’obiettivo di mettere rapidamente in campo un movimento ampio con il quale sostenere le politiche riformiste del governo.

Sollecitiamo inoltre una o più conferenze tematiche preparatorie delle proposte sul nuovo servizio sanitario nazionale, la nuova scuola, il prelievo fiscale, la sostenibilità ambientale, le riforme istituzionali (ruolo delle Regioni, Province e Comuni), il ruolo dello Stato nella politica industriale e nel sostegno alle imprese italiane sui mercati (nazionale e internazionali). In particolare si ritiene urgente una discussione approfondita sulle politiche di genere che si devono mettere in campo in un momento in cui si corre il rischio di un grave arretramento culturale oltre che concreto delle condizioni della donna nella società, reso ancor più evidente dalla ruolizzazione derivata dalla chiusura dei servizi di supporto alla famiglia (sanità, assistenza, scuole d’infanzia, ecc.) e dall’assenza quasi totale delle donne nelle varie task force e cabine di regia istituite a livello nazionale e locale. 

Si richiede la convocazione di una Direzione Nazionale, mirata all’approvazione di un documento politico di analisi della situazione sociale e conseguente apertura del confronto interno ed esterno sulle politiche economiche e sociali da promuovere a ogni livello.

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