La grave situazione dei contagi Covid-19 in Piemonte.
La situazione per l’emergenza Covid-19 nella nostra regione sta assumendo ormai da giorni una connotazione molto preoccupante.
I dati dei contagi sono in continua crescita con percentuali elevate e a tutt’oggi il Piemonte è secondo solo alla Lombardia come numero di ammalati, i casi accertati nelle due regioni, sommati l’uno con l’altro, rappresentano il 50% circa del totale nazionale, in costante crescita. Aver seguito il modello lombardo anziché quello veneto ha pagato in negativo. Anche nella nostra provincia, questa crescita è diventata esponenziale negli ultimi quattro giorni con quasi 300 casi in più.
I motivi per i quali si stia verificando tutto questo sono ormai noti a tutti: una gestione indecisa dell’emergenza, i tamponi a lungo attesi nelle strutture sanitarie e nelle RSA vengono fatti solo da pochi giorni, l’incertezza se accettare o meno gli aiuti in termini di personale medico offerti dallo Stato, una procedura per verificare il contagio che ha reso difficile la gestione dei pazienti a domicilio, il problema della posta elettronica intasata e le comunicazioni e-mail andate perdute.
Oggi, che sono considerevolmente aumentati gli accertamenti prevalentemente nelle RSA, emerge la dimensione della diffusione del virus nell’intero territorio che porta al pesante incremento dei numeri del contagio che stiamo constatando, tenendo presente che il monitoraggio e la ricerca delle persone positive all’interno delle famiglie, in particolar modo nelle provincie, procede molto a rilento soprattutto nei territori delle provincie di Asti e Alessandria. Tutti sanno ormai che è fondamentale, non solo per isolare il contagio, ma soprattutto per salvare vite umane la cura a casa con i prodotti che hanno dimostrato di essere efficaci per fermare la degenerazione della malattia, se però prima non viene diagnosticata la positività al virus nessuno somministra la cura, introvabile nelle farmacie; per questo è indispensabile eseguire i tamponi anche nelle famiglie.
In questa situazione diventa difficile, se non impossibile per tutti, governo regionale in primis, programmare la fase 2, cioè la ripresa delle attività produttive, garantendo la dovuta sicurezza ai lavoratori di ogni ordine e grado e alla popolazione tutta.
Noi riteniamo che questo sia un momento in cui occorra la massima unità tra tutte le forze che amministrano il territorio, dalla Regione, alle Provincie, ai Comuni capoluogo e a tutte le altre amministrazioni. Pur in presenza delle criticità palesate nella gestione dell’emergenza da parte dell’unità di crisi regionale non vogliamo ora far emergere solo le polemiche; ci sarà un tempo in cui ognuno si assumerà le proprie responsabilità per ciò che ha fatto o farà.
Consideriamo un provvedimento utile e necessario, considerata l’attuale situazione, la nomina di una nuova task force composta da esperti e scienziati, sulla falsariga della proposta fatta dal consigliere regionale Marco Grimaldi (Luv), che supporterà l’unità di crisi piemontese per superare le criticità fin qui emerse nella gestione dell’emergenza. Oggi auspichiamo che il lavoro sia prevalentemente rivolto a garantire il monitoraggio della presenza del contagio all’interno delle famiglie con un considerevole aumento dei tamponi e garantendo l’assistenza e le cure domiciliari necessarie con i farmaci ormai sperimentati nelle realtà dove hanno prodotto efficacia e che non sono altrimenti reperibili sul mercato, ma solo negli ospedali e distribuiti solo ai casi accertati, lasciando così scoperta una larga parte di popolazione che può essere ammalata e non accertata e mettendo seriamente a rischio la vita di queste persone. Riuscire in questo intento salverebbe molte vite e solo così sarebbero garantite le condizioni necessarie per l’attuazione della fase 2, ovvero la ripresa delle attività produttive anche nella nostra regione.
Asti, li 23 aprile 2020
Articolo 1, coordinamento provinciale di Asti e Alessandria