Direzione Nazionale del 13 Febbraio di D. Omenetto

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Ieri si è tenuta a Roma la Direzione del Partito. Dopo la relazione introduttiva di Scotto, sono intervenuti compagni del Piemonte,Liguria, Lombardia,Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia oltre alla Vice Ministra Guerra.

Tre i filoni principali: analisi del voto in Emilia Romagna, prossime Elezioni Regionali e Amministrative, valutazioni politiche sul futuro di Articolo 1.

Sul voto in Emilia, al di là della soddisfazione per il risultato dei “Coraggiosi” ( lista “costruita”, seguita, aiutata da Art.1) che vede l’elezione di due Consiglieri Regionali di cui uno iscritto al nostro Partito, resta, però la constatazione che in termini numerici si sono persi voti. La forte polarizzazione su Bonacini, la sua lista, il “far quadrato” sul PD per consentirgli di rimanere davanti alla Lega, sono stati alcuni elementi che non ci hanno certo premiati.

Per le prossime elezioni Regionali, i vari interventi hanno confermato quello che è un tratto essenziale della presenza di Art.1 nei territori e ciò la volontà di costruire, con altri soggetti civici o politici, un campo ampio (probabile che vi saranno altre liste “Coraggiose” in giro per l’Italia) per poi confrontarsi con il PD e non solo. Con il PD, rilevando, però, che non è quasi mai un confronto semplice sia per la permanenza del “renzismo” in parti di quel partito (decidiamo tutto noi!) e sia per le divisioni tra quelli che in certi casi sono, per lo più, dei comitati elettorali non certo univoci. 

Il terzo filone è stato certamente il più trattato nelle quasi 4 ore di confronto.

La base è (al di là delle scelte concrete che dovrà fare il Governo ) quale futuro per Articolo 1 nell’ambito del confronto, peraltro ufficialmente non ancora aperto, con il PD per la costruzione di un nuovo soggetto politico per la Sinistra italiana.

Gli interventi hanno, a mio avviso, evidenziato certo consenso sull’obbiettivo a cui puntiamo ma con sottolineature differenziate, dipendenti, e questo va detto con forza, più dalle scelte che il PD farà, o non farà, nelle prossime settimane.

In sostanza Noi stiamo procedendo (e nel pomeriggio di ieri si è tenuto un secondo importante  nostro convegno in tal senso, a cui, come il primo tenutosi a Bologna, erano stai invitati e presenti anche esponenti del PD) nel trattare diciamo le linee guida di cosa vorremmo che sia il nuovo soggetto politico  (che, per chiarezza caso mai fosse necessaria, NON dovrà essere un semplice “aggiustamento” del PD stesso) ed il suo programma. Questo nostro lavoro ci consentirà di essere pronti se, e quando, Zingaretti deciderà, nei fatti, di avviare un percorso, in parte da lui annunciato ma, in pratica, non ancora avviato.  Noi vogliamo RICOSTRUIRE la Sinistra di Governo ma siamo ben consci che da soli non solo non ce la faremmo ma, sopratutto, che solo un grande Partito, aperto, inclusivo, nuovo, potrà tornare ad essere interlocutore di larghi strati di cittadini e dare risposte innovative e democratiche ai loro problemi ed ai grandi problemi dell’Italia nel contesto europeo e mondiale.

Credo, però, venga spontanea una domanda: e se il PD non cambierà? O, se volete, il PD farà solo un intervento di facciata? Sarà un gran brutto problema per il Paese e per la Sinistra. Per quel poco che conta la mia opinione è che la nostra scelta, Articolo 1, resterà valida, seppur magari ancora minoritaria e quasi di testimonianza come è ora. Senza dimenticare che ci resterebbero, come alternativa, solo le pantofole!  

Dario Omenetto

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