La festa nazionale di Articolo 1, ben che organizzata prima dello tsunami agostano, si è dimostrata un evento importante in termini mediatici e politici. Mediatici perché , visti i protagonisti, finalmente tv e giornali non ci hanno più ignorato. Politici perché, e la Direzione Nazionale tenutasi sabato ne è stata un po’ la sintesi, è emersa, con chiarezza, una prospettiva appunto politica, una linea vorremmo dire.
Stiamo con i piedi per terra – ha esordito Roberto Speranza in Direzione – il duro scontro con la “nuova destra” non è vinto! Certo molto dipenderà da ciò che il Governo riuscirà a fare nei prossimi mesi e, spero, nei prossimi anni, ma, per restare al Partito, molto dipenderà da cosa riusciremo a fare noi in quella Sinistra da ricostruire, rifondare, rilanciare.
E allora stabilire, con forza e convinzione, che la strada è quella di intraprendere, senza stabilire a priori ipotetici nuovi contenitori che già di per se stesso sarebbero escludenti, un percorso fatto di ampio e costruttivo confronto, che partendo dai capisaldi e dai valori della Sinistra Storica, sia in grado di declinare al presente una politica nazionale, europea ed internazionale capace di “tornare a parlare ed ascoltare” il nostro popolo, vecchio e nuovo, che DEVE avere nei più deboli i primi interlocutori. Noi
siamo per aprire subito questa fase e lo diciamo con chiarezza e convinzione: ora tocca agli altri.
Ma affinché ciò possa avere più forza serve che il nostro Partito sia più forte, più presente, più attivo. Articolo 1 è una realtà in tutta Italia, con già oggi al proprio interno donne e uomini, giovani e meno giovani, aventi capacità, tenacia, voglia di dare un contributo. Ma non bastiamo!
Dobbiamo fare un grande sforzo per convincere chi era stato con noi nei mesi passati, ma non ha rinnovato l’iscrizione, a tornare in prima linea.
Dobbiamo fare un grande sforzo per riparlare con coloro che ci sono stati vicini, e ci hanno votato, nelle ultime elezioni nazionali e regionali.
Dobbiamo aprirci ad un confronto più ampio, certo nell’ambito del variegato mondo della sinistra (compreso chi sta nel PD e nei Cinquestelle), ma senza pregiudizi: la partita è, senza esagerare, storica:
siamo “tornati in campo” ma se ne usciamo perdendo non perderemo solo noi ma la Democrazia in Italia.
Dario Omenetto