Fornaro sul licenziamento all’Outlet di Serravalle (AL)

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L’azienda ritiri subito un licenziamento inaccettabile. Il clima positivo di confronto nelle relazioni sindacali in una realtà complessa come quella dell’area commerciale di Serravalle deve poter proseguire nel rispetto del ruolo e delle funzioni dei delegati sindacali. Piena solidarietà ad Alexander Delnevo con l’auspicio che possa tornare al più presto al suo posto di lavoro.

«L’azienda ritiri subito un licenziamento inaccettabile. Il clima positivo di confronto nelle relazioni sindacali in una realtà complessa come quella dell’area commerciale di Serravalle deve poter proseguire nel rispetto del ruolo e delle funzioni dei delegati sindacali. Piena solidarietà ad Alexander Delnevo con l’auspicio che possa tornare al più presto al suo posto di lavoro».

Lo dice il capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro che era stato uno dei primi, con Cristina Bargero allora deputata del Partito democratico, a mettersi al fianco dei lavoratori dell’outlet nel 2017 e a sfilare il giorno della protesta con le due aperture festive (in più) di Pasqua e Santo Stefano. Oggi anche Chiara Gribaudo, giovane deputata del Partito democratico cuneese, coetanea di Delnevo, presenterà un’interpellanza.
Il licenziamento di Delnevo è arrivato il giorno prima del suo rientro al lavoro dopo un distacco sindacale di due anni da Pasqua 2017. «Il motivo ufficiale – ha spiegato Alexander Delnevo- è la riduzione degli spazi, ma il negozio è sempre lo stesso. Poi dicono che non servo più perché non parlo arabo o russo. In realtà parlo correttamente inglese, e le mie due colleghe sono una di origine ucraina e parla russo, e l’altra di origine tunisina e parla arabo».
Delnevo era stato eletto per la Filcams Cgil, il primo in Italia a rappresentare i lavoratori di un insieme di negozi e ristoranti comel’Outlet di Serravalle, dove i dipendenti (oltre 2000) hanno decine se non centinaia di contratti diversi. «Dopo aver appreso la notizia del licenziamento di Delnevo esprimiamo la nostra solidarietà al collega e lavoratore – scrivonodalla Uil -. Il licenziamento al suo rientro con una motivazione alquanto discutibile è un fatto molto grave. Ci dispiace per Alex che insieme a noi della Uiltucs e alla Fisascat, aveva seguito anni delicati per i dipendenti dell’Outlet, sfociati nello sciopero. Dopo la lotta a tutela dei lavoratori di un centro strategico per l’economia del territorio. Non ci fermiamo qui: ci schieriamo, ancora una volta, dalla parte dei lavoratori».
Domani alle 17 è previsto un volantinaggio davanti all’ingresso dell’Outlet e azioni sono previste anche durante il consiglio regionale di venerdì a Novi, dove si parlerà della crisi della Pernigotti. Più cauta la Cisl che attraverso il suo segretario provinciale Marco Ciani fa sapere che «nell’incontro di domani (oggi per chi legge;ndr) con Cgil e Uil parleremo anche di questo. Se le cose stanno così come si è saputo attiveremo tutti i meccanismi di solidarietà».
Va giù più duro Franco Armosino, segretario provinciale Cgil: «In quei negozi del lusso le persone sono considerate proprietà, se sei donna ti dicono che non sei abbastanza bella, ti trattano come un giocattolo. Qui oltre alla legge 300 (sull’attività sindacale nei luoghi di lavoro; ndr) si tratta di difendere la dignità della persone». Dall’azienda, la sartoria Lardini poche parole: «Non possiamo rilasciare dichiarazioni».

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