Intervento del Segretario Regionale Dario Omenetto al Congresso Nazionale

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Care Compagne, Cari Compagni

Per stare nei tempi, ho scelto di leggere, tornando così al metodo  base che ho imparato nel Partito a cui, il 1° Maggio 1969,  mi sono iscritto. 

La Tessera è firmata Luigi Longo. I valori che mi convinsero ad iscrivermi allora, ripresi da Roberto nella sua relazione, sono gli stessi che oggi mi fanno essere qui.

Tre considerazioni.

La prima: Sono state dette tante cose sulla guerra in Ucraina. Nessun dubbio sulle responsabilità di Putin e della Russia che, ed uso termini obsoleti, è un Paese Capitalista ed Imperialista, che ha come  migliori amici il peggio della destra europea ed italiana. Noi con tutti costoro non abbiamo nulla da spartire. PUNTO. Nessun dubbio che i responsabili degli eccidi vanno individuati e condannati. Molti dubbi sulla vera volontà del presidente dell’Ucraina di provare, almeno provare, ad impegnarsi per la pace. Pian piano abbiamo scoperto, anche noi semplici esseri umani, che quel Paese era un grande produttore di armi, di tutti i tipi. Eppure continua a chiederne! Per non parlare della No Fly Zone, anticamera della Terza, ed ultima, Guerra Mondiale.  E che se dopo Minsk non si sono fatti passi avanti il demerito non sta tutto da una parte.

Non mi dilungo sulle posizioni espresse dalla maggior parte dei politici italiani con punte di vero e proprio “servilismo atlantico” da me mai sentite, nemmeno dai massimi dirigenti democristiani della prima repubblica. Per non parlare di esponenti europei di primo piano, sui quali e’ meglio stendere un velo pietoso.

Pochi coloro che hanno avuto sinora “il senso” di ciò che accade e dei pericoli a cui andiamo incontro e tra questi, e non lo dico certo perchè è qui, c’è Bersani. Ma, purtroppo, non viene ascoltato neppure Francesco, figuriamoci Pier Luigi!!! Chissà quando sentiremo nuovamente la parola “negoziati” e non più “vincere la guerra”? Sono contrario all’invio di nuove armi così come credo indispensabile rivedere, in chiave europea e non atlantica, i sistemi di difesa.

La seconda: Sono stato stra convinto (e da qualcuno anche frainteso) della necessità di fare ora (e a prescindere dalla scadenza statutaria) il nostro Congresso e non nell’autunno quando soffierà già forte il vento delle elezioni politiche. Non era più possibile, sopratutto per rispetto delle nostre iscritte ed iscritti, non giungere ad un momento chiarificatore, pena un lento e progressivo “spegnimento”. I tempi di Milano/Pisapia, di Roma/Grasso, di LeU nato morto, sono lontani anche se sono passati solo pochissimi anni. La realtà, purtroppo, è stata molto diversa da come ce  l’aspettavamo e volevamo.

Abbiamo avuto, noi tutti Gruppo Dirigente, delle   responsabilità in ciò?. Si, le abbiamo avute. Non ci abbiamo creduto abbastanza ? Si, non tutti abbiamo messo lo stesso impegno. Non ci ha aiutato il Covid (impedendo quel rapporto diretto tra persone, tra Compagni, vera linfa vitale per chi è di Sinistra)? Si, non ci ha aiutato. E i così detti mezzi di informazione ci hanno ignorati, se non peggio? Si, è così, tantè che ancor oggi è una minoranza di cittadini a sapere che esiste Articolo Uno. E ci è mancato il Segretario Politico? No, non ci è mancato e non solo: guai a noi se, anche  per un attimo, ci scordassimo che se al suo posto ci fosse stato un Ministro populista (e magari strabico verso i No Vax) oggi piangeremmo non oso pensare quante altre vite scomparse e non ci troveremmo qui, a svolgere tutti insieme il Congresso. E allora?

E allora dobbiamo prendere atto della realtà: la nostra esperienza partitica non regge, non riusciamo a raggiungere ( e non penso solo ai risultati elettorali, determinanti per la vita di un Partito) una “soglia minima” di attività politica, di presenza, di confronto, di organizzazione. Certo ci sono delle eccezioni, e spero non me ne vorranno le Compagne ed i Compagni di tali realtà, ma il quadro generale è a tinte fosche. Dunque che fare?

Ho firmato convinto la mozione. Contiene tutto lo scibile politico? No ma è una chiara, definita “linea politica”, ampiamente arricchita dalla relazione di Roberto, quella che a volte anche nelle Nostre Sezioni , e abbiate pazienza se le chiamo così e non circoli, ci veniva detto che mancava. La necessità di “mettere in fila” , pur sapendo che non tutto poteva essere sintetizzato, le nostre posizioni, era ormai ineludibile.

Vi è un mandato al Segretario (ed agli Organi Dirigenti del Partito) per verificare con il PD se sussistono le condizioni per aprire una nuova fase: quale sarà l’esito lo vedremo  . Io credo che la Mozione Speranza (certamente arricchita dalla relazione e dal dibattito stesso del Congresso) è un punto di partenza per confrontarsi anche con altri soggetti oltre il PD, a partire dal M5S. C’è un mondo, di Sinistra ed ambientalista, a cui si può e si deve parlare e che non è certo distante da noi. Se è vero, come è vero, che noi siamo “nati” per essere il collante di un Campo Largo ( ed in parte così è stato ed il merito ce lo dobbiamo ascrivere) e se è vero che non tutto è definito “sotto il cielo della politica italiana” allora vuol dire che un ruolo  lo abbiamo ancora e dobbiamo avere il coraggio, e la forza, proprio a partire da qui, di dire la Nostra, sempre e comunque. Rinnoviamo gli Organi Dirigenti delle Sezioni, Provinciali e Regionali. Poi “tireremo le somme” e decideremo, spero rimanendo uniti.

 Ed infine. Certo molto dipenderà con quale legge elettorale andremo a votare. Ma ciò che mi “spaventa nel profondo”, Care Compagne e Cari Compagni, è che (anche a seguito della errata, a mio avviso, riduzione dei Parlamentari – RIDURRE LA RAPPRESENTANZA DIRETTA E’  RIDURRE LA DEMOCRAZIA) è che qualche nostro “generale” (e mi scuso per il termine militarista) trovi, un domani, posto in qualche lista ma che “senza le truppe”, ed in presenza di altri generali,  dotati di ampie truppe cammellate, di Sinistra, della Sinistra di Governo, non rimangano che poche traccia, e questo sarebbe un dramma per tutti noi ma, sopratutto, per l’Italia.

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